Il mondo della moda fino al 2013…
Ti sarà certamente capitato di sentir parlare del crollo di una fabbrica tessile a Rana Plaza, Bangladesh, nel 2013. Questo evento catastrofico, oltre ad aver segnato la morte di molti operai innocenti, ha aperto gli occhi mondiali verso un modo di fare moda assolutamente sbagliato.
Fino a quel momento, infatti, tutti i maggiori brand internazionali hanno sempre impostato le proprie politiche di produzione per rispondere, il più velocemente possibile, ad una domanda sempre più crescente da parte dei propri clienti.
Questa velocità di richiesta e quindi di azione ha comportato una sorta di cattiva attenzione nei confronti delle materie prime utilizzate e del processo produttivo che le avrebbe trasformate in veri e propri capi di abbigliamento.
La scarsa qualità dei tessuti, unita ad un ciclo produttivo svelto ma ad alto rilascio di inquinanti, ha causato un aumento smisurato dell’inquinamento ambientale e di conseguenza dei rischi sulla salute delle persone.
Dal 2013 le cose sono però cambiate, le coscienze dei grandi marchi si sono indirizzate verso una moda etica, la quale si è rivelata essere all’altezza delle richieste dei propri clienti senza causare danni all’ambiente circostante.
La moda etica abbraccia il mondo della digitalizzazione
La teoria della moda sostenibile era già condivisibile da molti brand ma, soltanto dopo il 2013, si è iniziato a mettere in pratica questi principi.
Questo nuovo modo di fare moda ecocompatibile non è affatto limitato alla propria sfera ma per poter continuare ad offrire uno sviluppo sempre più in crescita ha dovuto fondersi con l’innovazione dei nostri giorni e quindi con la digitalizzazione e l’automatizzazione del mondo moderno.
Largo spazio, allora, alla realtà aumentata, alla intelligenza artificiale e a tutte quelle nuove tecnologie che riescono ad integrarsi positivamente all’interno del processo produttivo della moda etica e anche nella distribuzione dei prodotti finali.
In questo senso, potrai ricordare le APP dedicate allo shopping o la possibilità di sentirsi all’interno di un vero e proprio camerino anche mentre sarai comodamente seduto sul tuo divano.
Quali sono i vantaggi?
Questa fusione è assolutamente positiva perché permette ai brand aderenti a questa politica di proseguire un proprio percorso di grande successo, sempre attenti alla salute dell’ambiente e dei propri clienti e anche alle richieste di questi ultimi.
Grazie all’innovazione e alla digitalizzazione, infatti, si sono riuscite a sviluppare nuove competenze e profili professionali.
L’automazione inserita nel processo produttivo, inoltre, ha permesso un miglior utilizzo delle risorse.
In questo modo, sono quindi calati i costi del personale e gli errori di produzione, che andranno poi a ridurre i costi di distribuzione e di stoccaggio.
Insomma, ben vengano tutte quelle pratiche moderne inserite sia nella produzione che nella distribuzione dei capi di abbigliamento, se questo inserimento permette realmente uno sviluppo positivo e a basso impatto ambientale.
La moda etica esiste e può essere presa come esempio da tutti i brand del settore. Quindi, durante i vostri acquisti informatevi sempre riguardo le politiche aziendali del marchio in questione e se quest’ultimo vi garantirà di unire dei solidi principi della moda sostenibile alle nuove innovazioni del mondo tecnologico, non esitate ulteriormente ma comprate in serenità il vostro vestito preferito!

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